Dal primo risvolto della sovracoperta

Il Palazzo dei Conti di Pombeiro, sede dell’Ambasciata d’Italia in Portogallo sin dal 1925, trae origini da un gesto di liberalità regale. La Regina Catarina di Bragança, in seguito alla morte del marito Carlo II di Inghilterra, al suo rientro a Lisbona nel 1693, dopo 23 anni di matrimonio con Carlo II Stuart, decise di acquistare nel 1698 una proprietà in località Bemposta per edificarvi una propria dimora ove potesse vivere tranquillamente, confortata dalla sincera amicizia delle sue dame di compagnia, e particolarmente della diletta D. Luisa Ponce de Leão, Contessa de Pombeiro.

Il desiderio di potere legare la Contessa ancor più vicina a sé indusse la Regina Catarina a donare alla sua dama di compagnia i grandi terreni vicini a quelli destinati alla dimora dell’illustre vedova. Mentre la Regina poté insediarsi subito nella nuova residenza acquistata grazie al vecchio edificio del “Contador-mor” Luis Peirera de Barros, la Contessa de Pombeiro non riuscì a vedere il Palazzo che su quel terreno, soltanto il nipote, il terzo Conte de Pombeiro, D. Pedro Castelo Branco de Cunha Correia e Meneses signore di Belas (1679- 1733) riuscì ad edificare tra la prima e la seconda decade del ’700. A distanza di due anni dalla scomparsa della Regina Catarina si era anche spenta la Contessa di Pombeiro.

Come molti edifici della città, il Palazzo dei Conti Pombeiro, fu colpito duramente dal terremoto di Lisbona del 1755 e venne rimodellato alla fine del secolo grazie al Dr. José Luís de Vasconcelos e Sousa, marchese di Castel Melhor, che aveva assunto il titolo di Conte di Pombeiro in virtù del matrimonio contratto con D. Maria Rita de Castelo Branco Correia e Cunha, dama di compagnia di D. Maria I, che era diventata l’erede del patrimonio di famiglia poiché non vi erano discendenti maschi. Il Palazzo deve la sua configurazione architettonica, dunque, a questa figura di rilievo della vita pubblica portoghese che visse tra la metà del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo, appassionato di arti. Da allora l’edificio ha subito interventi architettonici limitati. Entrando dalla sobria facciata che dà sulla strada, accediamo ad un patio centrale in torno a cui si articola l’edificio, e dietro il quale si estende un giardino dove sopravvive ancora la piccola cappella Eremita de Santa Maria Maddalena, la cui esistenza risale alla seconda metà del XVI secolo.

Il giardino si estende per più di mezzo ettaro ed è abbellito con cipressi, salici piangenti, palme secolari, magnolie grandiflora, buganville e ibi - sco. L’uso della pietra portoghese, dalle tonalità calde e chiare, la semplicità del disegno delle finestre e delle porte che danno sul giardino, denotano il rigore di un’architettura che si inserisce perfettamente in un gusto che contraddistingue l’Europa del fine XVIII secolo.

La sede è impreziosita da tre grandi pannelli di azulejos. Il primo ciclo è dedicato al matrimonio di Catarina di Bragança ed al suo viaggio e arrivo in Inghilterra, un altro ciclo è dedicato a varie figure di nobili, mentre il terzo ciclo è dedicato al tema della festa e dei giochi di equitazione. Il Palazzo è stato adeguato, al suo interno alle esigenze funzionali dell’Ambasciata: la parte centrale e l’ala ovest del pianterreno sono riservate alle attività di rappresentanza diplomatica, la parte posteriore agli uffici dell’ambasciatore, mentre gli altri uffici sono stati spostati a zone più periferiche dell’edificio. Gli ambienti del piano superiore sono stati scelti ad accogliere l’appartamento dell’Ambasciatore. Gli ambienti dell’Ambasciata ospitano, tra le altre, mobilie provenienti da Palazzo Pitti, dal Palazzo Reale di Torino, dal Palazzo Reale di Milano e dal Palazzo Reale di Genova. La presente pubblicazione intende valorizzare il patrimonio architet - tonico ed artistico della nostra sede diplomatica a Lisbona in occasione della ricorrenza del centosessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia ed il Portogallo. In prima di sovracopertina: La Corte d’onore. Foto Ambasciata d’Italia a Lisbona. In quarta di sovracopertina: Veduta notturna della Corte d’onore. Foto Ambasciata d’Italia a Lisbona.