Voce
magnifica e innovatrice della poesia italiana del
Novecento, con la sua ricerca espressiva ha aperto la via
a nuove soluzioni verbali, formali e grafiche di profondo
impatto emotivo e vera rivoluzione del linguaggio.
Sensibile alle tematiche sociali e all’evoluzione
esistenziale e lavorativa dell’Italia postbellica, ne ha
offerto una visione epica,
mai retorica, in cui la parola diventa colore e forma che
affonda nel fare quotidiano, nello spessore della
tradizione culturale delle nostre campagne, nella
prospettiva delle fabbriche. Elio Pagliarani per la sua
ininterrotta attività anche di docente e studioso ci
appare essere il poeta-maestro dal quale attingere quella
forza espressiva e sapienza poetica che si fa carico
dell’esistere e del resistere per evocare una diversa
sensibilità ai diritti dei deboli.
Per la
considerevole quantità e qualità dei suoi contributi alla
conoscenza dell’antico mondo romano soprattutto nella zona
delle province orientali, per avere approfondito e
sceverato le influenze della cultura siriaca in Dacia e
Mesie sia nel campo dell’onomastica che in quello della
religione, per aver saputo applicare le metodologie
scientifiche relative allo studio dell’antichità anche
allo studio della documentazione epigrafica più recente;
il tutto non tralasciando, bensì curando con la medesima
intensità professionale, una parallela produzione poetica
e letteraria che si distingue per l’alta sensibilità e la
profonda ricchezza di contenuti.